Il continuum tra vita fetale e post-fetale


Convegno organizzato dal Gruppo Italiano per le Tecniche Psicoterapiche d’Imagerie Mentale
Ospedale Ca’ Foncello (Treviso), 09 Aprile 2010

                                                                                           “I vostri figli non sono figli vostri.

Sono figli e figlie della sete che la vita ha di se stessa.

Essi vengono attraverso di voi, ma non da voi.

E benché vivano con voi, non vi appartengono.”

Gibran K.

 Concepimento come desiderio e come relazione a tre.

Nel corso del Convegno sono intervenuti vari relatori, che hanno affrontato i diversi aspetti della vita fetale e di quella post-fetale, evidenziando la continuità di questo passaggio.

Il primo intervento è stato quello del dott. Gino Soldera, che ha illustrato il processo di formazione del bambino nel grembo materno, evidenziando come in questo giochino un ruolo fondamentale l’ambiente (ecotipo), l’eredità (genotipo) e l’individualità (psicotipo), tra di loro in rapporto dinamico e integrato. Anche sulla base degli scritti di Francoise Doltò, psicanalista francese, il concepimento viene presentato come il frutto del desiderio della madre, quello del padre e quello del bambino.

La ricerca ha, di fatto, sottolineato il primato delle componenti relazionali rispetto a quelle socio-strutturali nella formazione del bambino: padre-madre-bambino sono i tre attori di un unico evento.

L’attaccamento post-natale si prepara quindi molto prima della nascita; già durante la gestazione i genitori dovrebbero entrare in contatto e in comunicazione con il loro bambino, poiché la qualità e la quantità delle relazioni strette con lui influiranno, come dimostrano gli studi, sulla formazione delle sue strutture cerebrali. Per tale ragione si può concordare con Lipton (2006) che “i genitori sono i veri ingegneri genetici nei confronti dei figli”.

 L’educazione prenatale.

Il dott. Soldera  ha presentato poi i vantaggi offerti dalla educazione prenatale, un intervento/programma in cui si aiutano i genitori ad acquisire maggior consapevolezza circa se stessi, il bambino e lo stile di vita che dovranno poi avere. Il legame educativo prenatale (durante la gravidanza) aiuta a conoscere il proprio figlio, contribuisce  al compito di genitori, favorisce il benessere psico-fisico e lo sviluppo intellettivo del nascituro stesso. La qualità del legame, che il bambino stringe con la madre, il padre e altre figure significative di riferimento sembra quindi determinare in maniera irreversibile la vita psichica del bambino oggi e quella dell’adulto domani, la sua capacità futura di creare legami e relazioni.

 Vita fetale nella cura con l’ITP.

La dott.ssa Ivana Zanetti ha illustrato come, da tempo, l’interesse per la vita fetale faccia parte dell’approccio psicoterapico ITP portato avanti dall’associazione GITIM. Esisterebbe una memoria fetale che è possibile ritrovare spesso nella  psicoterapia con gli adulti, quando si ricercano le radici fantasmatiche del disagio. La psicoterapia offre una possibilità ripartiva dei traumi inscritti nel vissuto della persona e può colmare quelle carenze che si sono instaurate già fin nella vita fetale, e che saranno rinforzate ,in seguito,  da successivi eventi carenziali o traumatici.  La Psicoanalista francese Francoise Doltò già anni fa presentava il concetto di “Immagine inconscia del corpo”, intesa come sintesi delle emozioni e delle esperienze affettive che riguarda ciascuna persona e che ci mette relazione con gli altri. Esisterebbe inizialmente  una Immagine del corpo fetale che parte dalle prime relazioni madre-feto e si costruisce attorno al ritmo, alle sonorità attenuate e al senso del calore. L’autrice percorre tutte le tappe della formazione dell’Immagine del corpo  che trova espressione poi nel disegni, come nella postura come nell’Immagine prodotta nel corso dell’ITP.

Presentando gli aspetti teorici della tecnica ITP, la dott.ssa Zanetti ha illustrato come le sensazioni di ritmo, di contenimento, calore, sonorità attenuata, vissute da ciascuno di noi all’interno del ventre materno, possano essere rivissute e partecipate con connotazione positiva nel corso del rilassamento, attraverso la di un posizione raccolta in poltrona e la creazione di un transfert regressivo duale materno, con effetti riparatori. Questo consentirebbe da un lato una riduzione dei traumi e delle carenze di origine precoce e una ristrutturazione dello Schema del corpo, dall’altro un maggior senso di coesione psichica. La regressione dell’ITP è quindi un momento di riparazione.

 L’attaccamento nel periodo pre e post natale.

Ha poi portato la sua esperienza la dott.ssa Maria Beatrice Nava che si è occupata dell’attaccamento nel periodo pre- e post-natale, sottolineandone la continuità e l’importanza per un sano sviluppo del bambino e di relazioni che gli consentiranno di accrescere un senso di autoefficacia. La base di questo sembrerebbe essere la capacità della madre e del padre di sintonizzarsi sui bisogni del loro bambino.

Questo argomento è stato ulteriormente approfondito dalle dott.sse Mussato e Beghi, che hanno sottolineato come, le basi per la costruzione del Sé della persona, si costruiscano a partire dal concepimento. Il primo trimestre della gravidanza implica una accoglienza del bambino, il secondo è caratterizzato da una comunicazione con il feto, mentre il terzo prevede un processo di separazione- riunificazione. Quando quest’ultimo si realizza all’interno di una relazione empatica di ascolto, neutralità e collaborazione, il bambino sarà in grado di dimostrare equilibrio e capacità di adattamento e avere una crescita armoniosa, proprio perché il bambino stesso non esiste da solo ma è parte di una relazione. Educare sin dal concepimento significa entrare da subito nel contatto psicofisico con il figlio e accompagnare la sua crescita. Avere  cura riguarda tanto gli aspetti fisici che psichici, permettere al figlio di tirar fuori le proprie potenzialità, il proprio modo di essere, perdi realizzare se stesso.

 Approccio multidisciplinare al periodo fetale e stato dell’arte nelle ricerche.

Di interesse multidisciplinare è apparso poi l’intervento del dott. Arturo Giustardi, neonatologo, che ha illustrato i risultati delle sue ricerche nell’ambito perinatale. Ha posto l’accento sulla “liberaralizzazione della  nascita”, riconoscendo al nascituro un ruolo di protagonista attivo. Ha sottolineato l’importanza della qualità delle cure :  sia al momento del parto che successivamente, in particolare si è soffermato sul roaming-in (ossia la possibilità per il bambino di stare in camera con la mamma e la famiglia tutta).

 La cura dei traumi in gravidanza e la formazione di gruppi di mutuo auto aiuto.

Il dott. Silvano Secco ha poi dimostrato come, attraverso la tecnica psicoterapica ITP, sia stato possibile, in alcuni casi da lui seguiti, sciogliere i traumi in gravidanza. Come supporto è stata proiettata l’intervista di una sua paziente.

Il gruppo del Massaggio Infantile, le Associazioni di “Madamadoré” e di “Mamme Insieme” hanno poi portato la loro testimonianza a favore dell’importanza,  del contatto fisico con il bambino per promuovere la formazione del legame e l’adattamento all’ambiente.

 Il ruolo del padre.

L’ultimo intervento è stato quello del dott. Mauro Tuono che ha sottolineato l’importanza del ruolo del padre nel corso della gestazione.  Attualmente l’uomo si trova ad avere un ruolo più attivo e partecipativo durante i nove mesi, sia come figura di accompagnamento e sostegno socio-affettivo della compagna, che come garante del successivo processo di separazione del figlio dalla madre. Questo comporta per il padre anche un lavoro su se stesso, una  comprensione sempre  più in profondità del proprio vissuto e delle proprie emozioni. Anche il padre così  inizierà  ad immaginarsi come padre e a crearsi una propria immagine del figlio e questo avverrà anche attraverso la partecipazione diretta ad esami ecografici che lo mettono più a diretto contatto con il nascituro.

 Conclusioni.

In sintesi potremmo dire che si sta riconoscendo con sempre con maggiore forza l’importanza della vita prenatale  sullo sviluppo successivo della persona, del suo carattere, della sua personalità. Il periodo gestazionale diventa così una fase fondamentale e basilare per lo sviluppo del bambino.

La vita dunque non ha inizio al momento della nascita, ma è un continuum che si origina al momento del concepimento. L’emozione e il senso del Sé non si creano ex-novo  durante il primo anno di vita, ma significativamente prima,  già nel grembo materno.