Depressione e Immaginario

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RedazioneSilvano Secco

 

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Silvano Secco: psicoterapeuta ITP.

Depressione e Immaginario.

Il GITIM, Gruppo Italiano Tecniche Imagerie Mentale, sabato 13.11.2021 ha organizzato, con il patrocinio dell’Ordine degli Psicologi del Veneto, un Seminario dal titolo “Depressione e Immaginario”.

Il tema della depressione è stato affrontato con la partecipazione di psichiatri e psicoterapeuti ITP da un punto di vista clinico, fenomenologico e biologico. Infatti la depressione (Codice 296 del DSM 5[1]) è una malattia multifattoriale complessa dove aspetti genetici, biologici, psicologici e sociali interagiscono tra loro. Quindi la depressione richiede interventi integrati di tipo farmacologico e psicoterapico. È stato dato risalto alle caratteristiche tecniche dell’ITP (Terapia Immaginativa del Profondo) quando viene applicata in questa complicata area.

Il termine depressione è un termine ombrello che copre varie forme e manifestazioni:

  • Episodio depressivo
  • Disturbo depressivo ricorrente
  • Disturbo depressivo persistente (Distimia)
  • Depressione bipolare
  • Depressione maggiore
  • Depressione psicotica
  • Depressione post partum
  • Depressione atipica
  • Disturbo affettivo stagionale
  • Disturbo da disregolazione dell’umore dirompente (7-18 anni)
  • Disturbo disforico premestruale
  • Disturbo depressivo dovuto a condizione medica (ictus, malattia di Huntington, traumi cerebrali, Parkinson, ipotiroidismo, ipovedenti, sordità profonda)

Altrettante forme depressive o reazioni depressive le possiamo trovare innestate in tutte le sindromi complesse come la schizofrenia, la paranoia; nelle semplici malattie come una influenza o in malattie organiche quali il Parkinson.

Il DSM 5 e l’ICD 10 offrono uno sventagliamento di etichette diagnostiche in sincronia sia con le ipotetiche cause-eventi scatenanti, sia con l’intensità e durata della pletora sintomatica.

La persona quando si trova in uno stato di mal-essere regredisce, con la possibilità d’incontrare quella che Melanie Klein[2] chiamava la posizione depressiva[3]. È una posizione che ogni essere umano ha vissuto durante i primi mesi di vita. Di fatto, è come se l’individuo regredendo oscillasse tra due poli o posizioni kleiniane, quella schizo-paranoide e quella depressiva.

Il primo e più efficace rimedio, che funziona sempre anche nelle situazioni più difficili, è una buona relazione umana, caratterizzata dalla fiducia.

In questi lavori cercheremo di analizzare una tecnica psicoterapica specifica qual è l’ITP che utilizza, nella cura, le immagini che si formano durante il rilassamento dialogato profondo. Le immagini non sono mai solo visive, bensì sono il prodotto diretto ed immediato di tutti i canali sensoriali, delle emozioni e degli affetti.

Quando il dolore psicologico è impensabile, il pittore o il poeta possono renderlo visibile tramite l’immagine. Numerosi artisti, come ad esempio Goya, Van Gogh, Munch, Bacon e molti altri, con il loro lavoro creativo avviarono un vero e proprio percorso di autocura tramite la pittura. Klimt, Kokoschka e Schiele[4], vissuti nella stessa città e nello stesso periodo di Freud, utilizzarono nella loro indagine del profondo non tanto la parola quanto invece le immagini.

In ambito clinico le immagini sono utilizzate anche in altre tecniche psicoterapiche come ad esempio nelle TCC, nell’EMDR, nella Gestalt therapy, nell’ipnosi.

Bibliografia.

DSM5, Edizione Cortina, 2014

Kandel E.R., L’età dell’inconscio, Cortina, Milano, 2016

Klein M., Lezioni sulla tecnica, Cortina, Milano, 2020.

 



[1] DSM5, Edizione Cortina, 2014.

[2] Klein M., Lezioni sulla tecnica, Cortina, Milano, 2020.

[3] Secondo Melanie Klein Il bambino nella posizione depressiva riconosce che il seno buono coincide con quello cattivo viene sopraffatto dal senso di colpa. La posizione depressiva il soggetto viene spinto a riparare l’oggetto che prima aveva danneggiato.

[4] Kandel E.R., L’età dell’inconscio, Cortina, Milano, 2016