Le diverse definizioni di movimento nell’ITP

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RedazioneSilvano Secco

Le diverse definizioni di movimento nell’ITP

 

Nella pratica clinica e psicoterapica dell’ITP quando si parla di movimento ci si riferisce a tre diverse tipologie, ben distinte ed integrate, che si presentano nella storia evolutiva di un individuo in fasi che iniziano a presentarsi già dal periodo fetale in una relazione intima e contenitiva con il caregiver di riferimento. Nell’ordine evolutivo vi sono quindi la cenestesia, la kinestesia e la cinestesia.

In un articolo[1] apparso nel 1973 su Freniatria, Rigo L. scriveva che l’Io corporeo Immaginario nelle regressioni d’età non ricorda ma rivive gli eventi del passato. Come avviene questo lavoro in terapia? I vissuti vengono attualizzati non solo attraverso le emozioni o i contenuti cognitivi ma mediante in particolare l’attivazione del sensorio. L’esperienza riparativa o realizzazione simbolica si esplica attraverso una esperienza cenestesica piacevole di dilatazione, distensione, calore piacevole, senso di energia, vitalità e altro ancora. La cenestesi è la forma di sensibilità prima e più profonda presente già in fase fetale e nei primi due anni di vita. La madre la trasmette e quindi vi partecipa attraverso le variazioni umorali, l’afflusso di sangue. La cenestesi è un vissuto, afferma Rigo, che riguarda tutto l’organismo ed appartiene al versante introversivo della personalità.

Esempi di sensazioni cenestesiche dirette di tipo passivo sono il sentirsi rannicchiati in un ambiente rotondo e tiepido come la tana di un cervo o un’ampia poltrona di fronte al caminetto acceso, oppure correre o rotolare su un prato in lieve declivio.

Esempi di sensazioni cenestesiche dirette di tipo attivo sono la corsa su cavallo docile che trasmette sensazioni di movimento o una corsa in un motoscafo guidato dal soggetto dove viene sottolineata l’impressione della brezza, degli spruzzi d’acqua, di vibrazioni del motoscafo.

Anche la dott.ssa Uberto Serenella Rigo è molto precisa a tal proposito e parla proprio di ontogenesi della percezione[2], intendendo le tappe successive secondo le quali si sviluppa l’attività percettiva di ogni essere umano. Le prime percezioni registrate nel sistema nervoso centrale durante la vita uterina sono quelle cenestesiche di tensione, disforia. Afferma poi che anche le sensazioni labirintiche sono molto precoci e attraverso queste l’infante registra come viene accudito e regola le sensazioni di caduta. Le risposte cenestesiche al Rorschach sono: k, m, K, FK. Il senso di costrizione corrisponde ad una risposta cenestesica negativa apparentata a stati d’ansia.

Sempre la dott.ssa Uberto Serenella Rigo, sostiene che invece le percezioni cinestesiche si sviluppano dai recettori muscolari offrendo informazioni in merito alle posture del corpo, che vengono richiamate anche durante la fase di rilassamento con i pazienti in terapia. Le risposte cinestesiche al Rorschach sono: FM, M.

In generale quando parliamo di movimento ci riferiamo alle cinestesie e, sempre nel contesto dell’ITP, distinguiamo tra movimento passivo e movimento attivo. Le cinestesie di tipo passivo sono dondolio, sostegno, contatto; quelle di tipo attivo  sono correre, camminare, saltare, correre in bicicletta, in motoscafo e altro ancora. In tutte queste situazioni l’Io corporeo immaginario è presente e partecipa.

Sempre seguendo lo psicogramma nel senso dello sviluppo ontogenetico della percezione le risposte tattili sono le c e Fc; mentre le risposte vista sono le FC’, FC, CF e C.

La kinestesia è una ulteriore ed interessante differenziazione del movimento in terapia. Mi riferisco precisamente alla sensibilità molto primitiva, proveniente dai recettori tendinei e da quelli posti all’interno delle articolazioni, che ci informa circa la posizione del corpo nello spazio. Durante la fase della messa in condizione dello stato di rilassamento profondo insistiamo molto, come psicoterapeuti ITP, nel richiamare i vissuti di posizione di ciascuna parte del corpo. Questa forma di sensibilità è strettamente collegata alla sensibilità tattile e struttura il canale tattile-kinestesico.

Altro costrutto fondamentale toccato nei vari articoli presenti in questo numero della Rivista è il movimento dell’Io corporeo immaginario nello Scenario. Quest’ultimo si va formando, grazie al rilassamento profondo, nello schermo interno. Lo spazio della struttura di personalità, in Rigo, è propriamente lo Scenario che rappresenta concretamente l’Inconscio energetico, serbatoio delle tendenze.

Rigo parla di rapporti dinamici emergenti nello Scenario immaginario o nel sogno, dell’Io corporeo immaginario con personaggi o elementi naturali che appartengono alla persona e quindi sono la persona stessa a un livello profondo. La persona in rilassamento profondo in termini concreti si vive nello Scenario ed interagisce con i suoi elementi una casa, i suoi mobili, il giardino, gli animali, le figure umane, il cielo, il sole e così via, all’infinito, incontra un micro o macro cosmo.

 



[1]              Rigo L., “Su alcuni procedimenti non verbali o infra-verbali atti a ristrutturare lo schema corporeo in soggetti carenziati”, Rivista Sperimentale di Freniatria, 1973.

[2]              Uberto Rigo S., “Ontogenesi della percezione, siglatura e psicogramma al Rorschach ed esperienza di imagerie mentale”, 1972.