Riassunto della giornata del 16 Maggio 2015 Seminario GITIM “Sogno e son desto – Origini e continuità del metodo ITP di Leopoldo e Serenella Rigo”.

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RedazioneL. Zanardo, Luisa De Rosa, Silvano Secco

Il 16 Maggio 2015 i componenti il gruppo GITIM, con alcune altre persone significative, hanno dedicato il loro tempo per incontrare sincronicamente, nelle proprie memorie, i fondatori del metodo ITP Leopoldo Rigo e Serenella Uberto Rigo. La dott.ssa Zanardo Laura ha aperto i lavori:  “Oggi ci incontriamo, al crocevia temporale tra passato e possibilità future per rinnovare il ricordo dei fondatori, imago profonde materna e paterna, offrendo loro tributi  di riconoscenza. Le persone presenti, con il loro contributo, culturale, scientifico, ma soprattutto umano, daranno vitalità e respiro a questa giornata di lavori insieme. Il senso, l’intento è sì di proteggere la tradizione del metodo ITP creato dal prof. Leopoldo Rigo e dell’attività scientifica portata avanti dalla moglie Rigo Uberto dott. Serenella, ma anche di poterne evidenziare e apprezzare gli sviluppi originali, che si sono realizzati all’interno della Scuola di psicoterapia, con il contributo dei  membri GITIM, insieme a docenti, colleghi, e a tutti coloro che hanno collaborato in questi anni e hanno consentito l’arricchimento teorico e l’approfondimento delle applicazioni cliniche. Conserviamo dunque il messaggio della dottoressa Serenella al Convegno nel 1985 a Treviso: “noi tutti abbiamo recepito, assorbito e sentiamo la linfa vitale che scorre nell’albero dell’Imagerie Mentale. Questo solido albero ha fondato le sue radici in questo territorio trevigiano, sviluppandosi all’interno dei Servizi pubblici e privati.”  Subito dopo è intervenuto il dott. Sartori Giuseppe che ha dato dignità scientifica al lavoro che si svolge con la psicoterapia. Attualmente anche all’interno della Scuola ITP viene offerto nello spazio formativo importanza alle dimostrazioni scientifiche e sottolineata la necessità di una ricerca che dimostri l’efficacia del metodo. Sono stati interessanti e toccanti sul piano umano ed emotivo gli interventi di Angelo Rigo figlio dei coniugi Rigo e del dott. Gardellini Luigi che per alcuni anni ha collaborato con la dott.ssa Serenella Rigo in un Servizio dedicato alla psicoterapia.  Il Seminario è proseguito con gli interventi del prof. Jean Burgos, del prof. Jean-Marie Barthélémy del Direttore della Scuola ITP, dott.ssa Zanetti Ivana, i testi integrali sono all’interno di questo numero della Rivista. La giornata si è conclusa con l’intervento della Dott.ssa De Rosa:  “Siamo giunti alla conclusione di  questa giornata  che come gruppo Gitim abbiamo voluto insieme, di ricordo e di studio per gratitudine verso i fondatori, a cui siamo riconoscenti sia sul piano personale  che clinicoprofessionale  per averci avvicinato a  questa visione della psicoterapia in cui ci riconosciamo  e la cui vitalità  sentiamo  si rinnova e innova nel corso di ogni terapia che intraprendiamo con i nostri pazienti (individualità di ciascun paziente e originalità di ogni incontro) e nello scambio interno al nostro gruppo. La giornata è stata fortemente desiderata dal gruppo GITIM nel senso  così ben descritto e comunicato potremmo dire recitato dal prof. Burgos  nella sua interpretazione del mito della fenice -mito elettivo- esemplare della creazione dell’identità.  La fedeltà alle origini è conservata nella nostra “identità individuale e collettiva-come gruppo”. Identità  intesa come rimanere se stesso realizzando  il cambiamento,  come apertura al divenire al far venire all’esistenza  nuove creazioni che non hanno senso in sé stesse ma solo nelle possibilità che liberano e che  si realizzano . .   Le sorti dell’identità seguono andamenti molto diversi come abbiamo visto nel seminario “L’Immaginario malato dell’Immagine del 2010” quando si assiste ad azioni su se stesso e sulla realtà  volte  a determinare duplicazioni, riproduzioni. Questi termini sono particolarmente significativi per  noi che lavoriamo con le immagini (dinamiche e simboliche), con le avventure immaginative (autorappresentative) nelle psicoterapie coi nostri pazienti.  Si tratta di pazienti che a vari livelli di sofferenza e disagio restano bloccati o deformati
nella possibilità di mettere in moto dei cambiamenti  tali da poter realizzare se stessi nell’affrontare e vivere la vita e i suoi eventi in forme nuove e diverse, pazienti che non  riescono a realizzare scambi autentici  e proficui tra alterità e identità . JM Barthelemy durante le lezioni che ha fatto nel seminario dell’anno scorso e di quest’anno, ha portato l’ attenzione, all’interno della cornice teorica Fenomeno-strutturale, sul processo intimo e sull’ intersoggettività nella pratica  psicoterapica, J.M. Barthelemy ha parlato dell’incontro e dell’importanza della comunicazione “autentica”, che comporta un esperienza vissuta  in modo condiviso come abbiamo accennato nella breve esemplificazione dei passaggi iniziali della psicoterapia del bambino Jo. La ricostruzione di un senso, di un pensato  è una esperienza vissuta in modo condiviso in cui anche il clinico si esprime con la sua soggettività e  personalità. Nella psicoterapia, intesa come mettere in comune le esperienze condivise, c’è l’idea del nuovo legame non la delega allo specialista-psicoterapeuta per l’eliminazione del sintomo.  C’è bisogno di continuità e fedeltà- nella psicoterapia ha ribadito JM Barthelemy . La comunicazione “autentica” è  un’espressione molto cara a L. Rigo.. Rigo nell’introduzione all’articolo “Verso Le radici dell’anima”, usa proprio le parole “un rapporto profondo e semplice” e ancora nell’articolo del 1968, “La Tecnica Immaginativa di Analisi e Ristrutturazione del Profondo”, affermava che il processo terapeutico come si realizza nell’ITP è reso  possibile dal rapporto intenso e continuato col terapeuta  Che ci sia  bisogno di un contatto comunicativo profondo  è essenziale per le Tecniche psicoterapiche come ITP. Il contatto  nella psicoterapia di Rigo si esalta infatti nel momento immaginativo in cui l’immagine “concreta” (con questo termine Rigo identifica tutta l’esperienza sensoriale e soprattutto cenestesica vissuta intensamente(a livello di Ici), si realizza  con la presenza -appoggio affettivo- del terapeuta, che è partecipata sensorialmente ed emotivamente. Qui, in questo scambio partecipato si mettono in contatto gli immaginari. Ne sono testimoni i numerosi  lavori di psicoterapie parallele madre –bambino  che erano un lavoro privilegiato e raccomandato dalla dott.ssa Serenella che ha seguito e formato  molti di noi anche in questo ambito. L’articolo scritto  da Serenella Uberto Rigo con Luigi Gardellini “Immaginario materno e immaginario infantile“ tratta ed esemplifica   le origini precoci, anche fetali, dell’influenza immaginaria prodotta dai messaggi corporei primari di tensione-distensione  negli stati emozionali  della diade.    Serenella parlava chiaramente di incontrare il paziente al suo livello di bisogno, laddove carenze frustrazioni e conflitti precoci lo avevano bloccato rendendo incompleta -mutilata- distorta o frammentata l’I.C. A questo livello “le realizzazioni simboliche” riattualizzano, compensano e portano a ristrutturazioni dell’Io Corporeo . Si potrebbe dire mettono in movimento il “poter essere” di cui parla Biswanger e il desiderio di realizzare tramite l’iniziativa, nella vicenda immaginaria e nella vita reale, quello che Barthelemy ha definito “il poter fare liberamente “. Nell’Itp questo passaggio richiama  quello che Rigo definisce “ dominio dello scenario” come raggiunta “sana onnipotenza “. Avviciniamo tutto questo all’atto  creativo come “fare” come “poiein”.